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MICHELE CARLUCCI

michele carlucci

CARLUCCI Michele nacque a Ruoti (PZ) l’8 novembre 1856 da Giuseppe e da Carmina De Meo. Di lui il prof. Giovanni Dalmasso nell’Enciclopedia Italiana della Vite e del Vino a cura di Marcello Manni, al fasc. 12, p. 131 e ss. scrive: “Uno dei più grandi Maestri dell’Enologia Italiana. Dedicatosi agli studi agrari Michele Carlucci si laureava in Scienze Agrarie a Portici l’i dicembre 1878, e subito dopo nominato Assistente alla Cattedra di Botanica e Patologia Vegetale, tenuta dall’illustre Prof. Orazio Comes. Ma vi rimase per breve tempo, chè veniva mandato a studiare l’ordinamento delle più importanti scuole enologiche del tempo. Fu così a Geisenheim, a Klosternenburg, e infine a Conegliano. Dopo di che fu incaricato di organizzare e dirigere la nuova scuola di Viticoltura e di Enologia di Avellino, che iniziava il suo funzionamento nell’ottobre del 1880. E’ merito precipuo del Carlucci quello di aver portato quella scuola a ben meritata fama, e di averne fatto il centro più importante di studi e ricerche vitivinicole dell’Italia Meridionale, in ciò coadiuvato validamente da altri insigni docenti quali il Baccarini, il Berlese, il Paris, il Peglion, il Sostegni, il Trotter. Furono suoi assistenti il Briganti, il Sannino, il Ferrante, divenuti poi tutti a loro volta insegnanti dichiara fama. Pure merito del Carlucci è l’aver fondato e diretto ad Avellino il “Giornale di Viticoltura e di Enologia”, rivista quindicinale che fu per un ventennio organo della scuola e che ospitò studi e lavori di grande importanza per la scienza e la tecnica. Mentre egli attendeva alle gravi cure della direzione e dell’insegnamento trovava modo di condurre ricerche sperimentali veramente ammirevoli per scrupolosità e precisione, nel campo dell’ampelografia, della tecnica viticola (notevoli soprattutto quelle sull’influenza delle varie forme di potatura sulla quantità e qualità del prodotto della vite, condotte per oltrevent’anni); sui mosti concentrati, sui vini spumanti, sui Cognac. E organizzava non meno mirabilmente presso la Scuola una cantina didattico-sperimentale, dandole ad un tempo anche carattere industriale. Nel 1911, quando questa sua molteplice attività era in pieno fervore, egli lasciava Avellino perché chiamato a Roma quale Ispettore Generale della Viticoltura e delle malattie delle piante e ivi rimase fino al 1925. Durante i 15 anni trascorsi al Ministero ebbe una quantità di incarichi d’alta responsabilità: Commissario per i Consorzi Antifillosserici, membro di numerose commissioni per trattati di commercio, Alto Consulente del Ministero della guerra pei servizi del vino alle truppe mobilitate durante la prima guerra mondiale ecc., ecc. e in tutte egli portò il suo insuperabile senso di responsabilità e la sua profonda competenza. Dal 1926 al 1929 insegnò Enologia presso la Facoltà Agraria di Portici. Poi si ritirò definitivamente a vita privata, a Napoli, donde si allontanò nel periodo più critico dell’ultima guerra, che infierì in modo così spaventoso sulla bella e grande città. Si rifugiò allora nel suo paese natio in Basilicata dove, ancor oggi malgrado la tarda età, segue con vivo interesse i progressi degli studi agrari e di quelli viti-vinicoli in ispecie. Ma queste poche e fredde note biografiche non possono dare che una ben pallida idea di quella che è la personalità di Michele Carlucci. Solo chi ebbe la ventura di conoscerlo e di praticarlo può sapere quali tesori di nobiltà e di bontà nella sua anima luminosa, quali ricchezze racchiude dietro la semplicità dei suoi modi e della sua parola, la sua mente elettissima. Altri al suo posto avrebbero sfruttato queste doti se non altro per una ricca produzione letteraria. Invece il Carlucci non ci ha dato finora alcun trattato anzi nemmeno vere pubblicazioni di mole. Ed è un gran peccato! Sappiamo però ch’egli già da tempo ha ultimato un “Trattato di Enologia” in cui ha raccolto il frutto delle sue profonde dottrine e della sua lunga esperienza. E vivamente speriamo che esso non tardi a veder la luce.
Ultima attestazione, la sua nomina plebiscitaria a Presidente Onorario dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino”. Si spense in Ruoti il 17 maggio 1951 alla veneranda età di 95 anni e la Scuola Media di Ruoti è
stata a lui dedicata.

Il desiderio del Prof. Dalmasso è stato finalmente realizzato nel 1980 con la pubblicazione del volume “Michele Carlucci Maestro di Viticoltura e di Enologia” a cura dei pronipoti Domenico Michele e Luigi Carlucci, del Prof. Giacinto Donno e del dott.Agr. Gerardo Salinardi sotto il patrocinio del Consiglio Regionale di Basilicata e dell’Accademia della Vite e del Vino. In tale volume sono stati riuniti l’autobiografia del Carlucci, la ristampa delle monografie dei vitigni Aglianico, Bombino, Coda di
Volpe, Cornichon Blanc, Fiano, Piedirosso, Sciascinoso, nonchè le descrizioni dei vitigni dell’Italia Meridionale quali il Sirah, il Malbeck, il Cabernet, le uve tardive da mensa — uve di Almeria, le uve di Somma Vesuviana, il Pergolese od uva di Roja ed altre uve tardive da mensa. Nello stesso volume sono riuniti in recensione i seguenti lavori del Carlucci: Crittogamia Agraria —Cancrena umida della patata o mal secco (1879); 111V. Congresso Enologico Italiano (1881); Contribuzioni allo studio della maturazione dei frutti e specialmente della maturazione dei fichi (1881); Relazione della R. Scuola di Viticoltura ed Enotecnia in Avellino (1881); Torchi-misuratori (1883); Rapporto per l’anno 1883 sulla R. Scuola di Viticoltura e di Enologia in Avellino (1884); Scuola di Viticoltura e di Enologia in Avellino — Rapporto sul suo operato dall’impianto al marzo 1884 (1884); Relazione della Sotto-Commissione incaricata di ispezione gli esperimenti eseguiti in Francia (1887); Relazione del biennio 1885-86 e 1886-87 della R. Scuola di Viticoltura e di Enologia in Avellino (1888); La potatura verde delle viti (1888); La potatura verde delle viti (1889); Rimedi per combattere la peronospera della vite (1889); Lo zuccheraggio dei mosti (1889); Relazione delconcorso a premi per vini da pasto stabilito con R.D. 10 ottobre 1885 (1889); Si deve combattere la peronospera anche quest’anno? (1891); Relazione del triennio 1887-88, 1888-89, 1889-90 della R. Scuola di Viticoltura e di Enologia in Avellino (1891); Influenza che esercitano alcune forme di potatura sulla qualità e sulla quantità dell’uva (1891); Il nuovo edìficio scolastico della R. Scuola di Viticoltura e di Enologia in Avellino (1891); La Filossera in Italia (1892); Le Cantine della R. Scuola di Viticolturaed Enologia in Avellino (1892); Congresso Enologico di Palermo (1892); La concentrazione dei mosti (1892); Discorso letto alla inaugurazione al concorso internazionale di Filtri (1892); La peronospora della vite nel 1892 e le sue conseguenze (1892); Gli innesti nel musco (1893); Gli innesti nel musco (1894); Ancora gli innesti nel musco (1895); Esperienze di vinificazione con l’aggiunta al mosto di fermenti dell’Istituto La Claire (1895); Esperienze di conservazione del vino in botti smezzate (1896); Il vino di Aglianico (1896); Costo del trattamento al solfato di rame in uso per sostegni delle viti (1896); Relazione riassuntiva sul funzionamento della R. Scuola di Viticoltura e di Enologia in Avellino dalla fondazione fino all’agosto 1896 (1896); La vinificazione nei paesi caldi – pratiche antiche e pratiche moderne (1896); Esperienze sulla efficacia di alcuni rimedi in uso o consigliati per combattere la peronospora della vite (1897); Prove sulla durata dei pali di castagno diversamente trattati (1897); Sulle condizioni vere della R. Scuola Enologica di Avellino (1897); R~ Scuola di Viticoltura e di Enologia in Avellino, Relazione sull’attività della Scuola 1891 al 1894 (1897); R. Scuola di Viticoltura e di Enologia in Avellino, Relazione sulla sua attività dal 1895 al 1898 (1899); Per combattere la peronospora (1899); Azione di alcuni rimedi cuprici sulla preservazione dalla peronospora e sullo sviluppo delle viti (1901); L’anidride solforosa nell’industria vinicola (1901); La questione fillosserica e i doveri che essa impone alla province ritenute immuni (1902); L’alcool per uso industriale e la sua importanza in Agricoltura (1903); Unità di criteri e di nomenclatura nelle descrizioni ampelografiche di tutti i paesi viticoli e convenienza di continuare la pubblicazione dell’Ampelografia italiana (1904); L’industria del Cognac )1906); La vigna alta avellinese e d’altre province della Campania e modificazioni che richiede (1907); Una delle applicazioni utilissime dell’anidride solforosa in Enologia (1907); Capitali impiegati nell’industria enologica e misurain cui entrano nel costo di produzione del vino (1908); L’avvenire della viticoltura nelle Puglie (1908); Resistenza di alcune uve all’azione delle intemperie (1910); Il commercio italiano dei principali prodotti agrari durante l’anni 1909 (1910); La vendemmia del 1910 (1910); La statistica agraria e la produzione vinicola italiana (1910); La concimazione della vigna (1910); R. Scuola di Viticoltura e di Enologia in Avellino – Relazione sulla sua attività dalla fondazione al 1910 (1911); Ancora la produzione del vino nel 1909 (1911); Conviene piantare nuove vigne? Gli insegnamenti del passato (1911); Campi sperimentali e campi di prova delle principali piante erbacee coltivate in provincia di Avellino (1912); La Viticoltura e la fillossera (1914); Norme per la istituzione dei vigneti sperimentali (1920); Indirizzo da dare alla viticoltura italiana specialmente per ciò che riguarda la
ricostituzione dei vigneti e l’esportazione delle uve e dei vini (1922); Valore attuale dei prodotti dell’Agricoltura italiana (1923); L’industria vinicola italiana nei suoi rapporti con l’economia agraria e l’alcoolismo (1926); Malattia dei vini e tecnica di cantina nell’industria vinicola meridionale (1927); La tecnica nell’industria enologica (1919). Cfr. Michele Carlucci maestro di viticoltura e di enologia; Atti della celebrazione del centenario della Scuola enologica di Avellino 1981.